Il Dirigente del Cassarà-Guida, Vincenzo Salvia, risponde alle domande del Ninni Blog

Il preside Salvia meno formale e più socievole e disponibile con la redazione Ninni Blog.


Articolo di Aurora Campo, Giorgio La Licata, Manuela La Mantia, Vittoria Saieva, Cosmin Serban

Dopo il piano dimensionamento scolastico voluto dalla Regione Sicilia, dal primo settembre dello scorso anno, il preside Salvia dirige il neo Istituto “Cassarà-Guida”, per questo motivo gli abbiamo chiesto di incontrarci.

Vincenzo Salvia - Dirigente Scolastico
Ecco di seguito l’intervista

Da quest’anno dirige il nuovo Istituto Comprensivo “Cassarà-Guida”, quali sono gli aspetti che l’hanno colpita in positivo e quali, invece, quelli che vorrebbe migliorare? 
Il “Cassarà Guida” è un Istituto nato solo da qualche mese e il mio obiettivo è quello di farlo diventare una realtà positiva per tutti coloro che ve ne fanno parte: alunni, genitori, personale Ata e docenti. L’impresa non è facile perché, affinché tutti possano sentirsi a casa propria, ci vuole del tempo. Esso, di cui non se ne dispone mai abbastanza, è necessario per far fronte alle esigenze di tutti. Da solo non riuscirei nell’arduo compito ma, per fortuna, mi collaborano valide personale che mi aiutano in questo monodirezionale obiettivo. 

Siamo una grande realtà scolastica, riesce a tenere tutto sotto controllo?
Analizzando il nostro Istituto, calcolo che al suo interno sussistono mille alunni ripartiti in quattro plessi diversi, oltre un centinaio di persone che vi lavorano, due mila genitori. Beh si! La Scuola “Cassarà Guida” è una grande realtà con esigenze e richieste diverse; ed è per questo che si fa fatica. Ripeto, però, che ad aiutarmi ci sono delle valide persone che, insieme a me, cercano di affrontare le difficoltà quotidiane. 

Negli ultimi periodi, questa scuola ha subito diversi furti. Cosa pensa degli autori e come intende recuperare quello che ci è stato tolto? 
A facilitare i furti, purtroppo, è il luogo in cui sorge la Scuola: in periferia. La mancanza di un controllo delle forze dell’ordine contribuisce, inoltre, a renderla meno sicura soprattutto nei periodi di interruzione delle attività didattiche. E’ stato questo che ha invogliato ragazzi o adulti, questo ancora non lo sappiamo, a entrare furtivamente nel nostro Istituto danneggiando fisicamente parte di esso e portando via dei beni acquistati nel tempo. Io condanno il furto in sé, e penso che non sia giustificabile nemmeno di fronte a necessità estreme, per cui condanno queste persone che arrecano un danno irreparabile ai ragazzi. Quello che è stato rubato sarà difficile da recuperare in quanto si dovranno attendere altri progetti. 

Cosa prova quando dei ragazzi vengono mandati da lei per cattiva condotta? 
Un fortissimo dispiacere. E’ necessario, intanto, chiarire che ogni Istituzione per funzionare bene si da delle regole. Regole che tutti noi dobbiamo rispettare e colui che non lo fa, è corretto, che debba essere punito. Quando qualcuno viene condotto in presidenza o vicepresidenza per ricevere una punizione, si cerca di capire insieme alla famiglia la motivazione del cattivo gesto. L’alleanza tra scuola e famiglia è utile ad affrontare le problematiche, i disagi dell’alunno che deve capire l’errore per non ricaderci più.

Come considera l’uso di dispositivi tecnologici ( tablet, telefonini) come supporti didattici? 
L’uso di dispositivi tecnologici per la didattica è assolutissimamente positivo. La tecnologia ci offre diversi dispositivi, app utili, per voi ragazzi, ad una didattica innovativa e coinvolgente; e sarebbe un peccato non utilizzarla. Consiglio, inoltre, ai miei alunni di usare la tecnologia e la navigazione in internet con gli occhi ben aperti perché, in essi, potrebbero nascondersi delle insidie dalle quali è bene stare alla larga. 

Sappiamo che negli ultimi due anni ha visitato, grazie al progetto Erasmus, altre scuole della Comunità europea. Quali novità didattiche suggerirebbe ai docenti da attivare nelle classi? E perché?
E’ doveroso da parte mia fare, prima, una premessa. Grazie alla bravura di alcuni docenti siamo riusciti a vincere due progetti della Comunità Europea: KA1 e KA2, ottenendo il privilegio, insieme a poche altre scuole del territorio nazionale, di conoscere realtà scolastiche diverse da quelle italiane. Fino adesso siamo stati in Lettonia, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Germania, Romania…conosceremo tante altre nazioni. Visitando diverse realtà scolastiche ci siamo resi conto che in Italia dal punto di vista della didattica inclusiva siamo i migliori. In alcuni paesi il disabile è inserito in classi speciali mentre da noi è incluso in un gruppo classe di normodotati. Questi sono due modi diversi di concepire la disabilità; e quello nostro è considerato dalla Comunità europea all'avanguardia. 

A maggio ospiteremo rappresentanti di altre realtà scolastiche europee; ad essi mostreremo i nostri metodi didattici. 
Alcune metodologie che abbiamo visto nelle altre scuole le faremo nostre perché ci sembrano importanti per accrescere la nostra didattica; stiamo, infatti, elaborando un sistema che possa permettere a tutti gli alunni di questo Istituto di raggiungere obiettivi significativi e importanti. 

Dopo l’intervista ci siamo consultati e ci siamo ritrovati d’accordo sull'impressione che ci ha fatto il preside: lo immaginavamo meno socievole di quanto si è dimostrato, più formale e condizionato dal suo ruolo. Invece è stato molto gentile e disponibile nell’offrirci un po’ del suo tempo e l’ha fatto con molta naturalezza. All’inizio, nessuno di noi aveva il coraggio di fare la prima domanda, ma dopo cinque minuti ci sembrava di parlare con una persona che conoscevamo da tempo: è stato un po’ come se avessimo parlato con uno dei nostri professori, che ormai abbiamo imparato a conoscere.

Sul nostro canale youtube potete visionare l'intervista integrale.

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